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Cenni storici

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Notizie sull’antico Comune di Pedemonte ricavate dalle antiche pergamene

 

Tra il 1909 e il 1911, don Pio Meneghelli, curato di Verscio e appassionato cultore di storia locale, studiò e pubblicò nel Bollettino Storico della Svizzera Italiana (BSSI) gli Statuti dell'antico Comune di Pedemonte (1473) e il regesto delle pergamene medievali, conservate nell'archivio patriziale di Cavigliano, in quello comunale di Tegna e parrocchiale di Verscio.

 

Già nel 1898, don Siro Borrani, altro sacerdote ticinese studioso della storia religiosa ed artistica del nostro Paese, aveva ricevuto l'incarico dal Municipio di Tegna di studiare e interpretare le pergamene in questione: lo attesta la pubblicazione nel BSSI del settembre-ottobre di quell'anno dell’intero contenuto della pergamena del 7 dicembre 1414, riguardante gli accordi stipulati fra le Terre di Pedemonte e il capitolo della chiesa di San Vittore di Muralto. Del Borrani, a tutt'oggi, non mi risultano altri scritti riguardanti i documenti in questione.

 

Più di un secolo è passato da allora. Il contenuto di quelle antiche carte, finito nell'oblio generale, è stato riesumato e riproposto agli abitanti del Comune di Terre di Pedemonte nella pubblicazione Vita e usanze nelle Terre di Pedemonte, tra il XIII ed il XIX secolo secondo gli antichi statuti e ordini comunali, voluta per marcare, in maniera tangibile, la nascita della nuova entità politica.

 

Sono ben 79 le pergamene lette, studiate e riassunte da don Meneghelli: 50 del Comune Maggiore (compresi gli Statuti del 1473, che fortunatamente sono stati pubblicati per intero nel BSSI), 27 di Tegna e 2 dell'archivio parrocchiale di San Fedele. Esse datano dal 1229 al 1577.

Le pergamene risalenti all’epoca dell’antico Comune, cioè prima della defezione di Tegna, sono 23.

 

 

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Non è possibile stabilire con precisione l'anno di nascita dell'antico Comune di Pedemonte, comprendente i territori di Tegna, Verscio, Cavigliano e Auressio.

È comunque accertato che sin dal 1200 era uno dei "13 comuni forensi che con la corporazione dei nobili e quella dei borghesi di Locarno, costituivano il Comune grande di Locarno. Questo riuniva sotto il profilo politico-amministrativo il territorio dell'antica pieve di Locarno e Ascona, all'estremità settentrionale del lago Maggiore, comprese quindi le valli: Maggia, Verzasca, Onsernone e la riviera del Gambarogno." (P.G.Pisoni - R. Broggini, Statuti volgari e latini della comunità di Centovalli, in Verbanus n. 14/1993, Intra, Alberti/Società dei Verbanisti).

 

Il centro religioso del Comune era la chiesa di San Fedele di Verscio.

Dell’antico edificio, orientato (est-ovest) com’era anticamente in uso, rimane solamente il coro: la Chiesina. 

Sulle parteti si possono ammirare alcuni affreschi medievali - strappati o ancora in situ – come il frammento della Cena o il Bacio di Giuda, o di epoca successiva, soprattutto nella volta, i cui dipinti sono attribuiti ad Antonio da Tradate o al figlio Giovanni Antonio, che lasciarono una splendida testimonianza del loro passaggio a Verscio negli anni tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento.

Originari di Tradate, padre e figlio si stabilirono a Locarno dove aprirono e gestirono una bottega. Lasciarono numerose testimonianze della loro arte nel Ticino, nei Grigioni e sulla sponda lombarda del Lago Maggiore.

Nella nostra regione possiamo ammirare testimonianze della loro presenza a Losone (chiesa di San Giorgio), ad Ascona, a Ronco s/Ascona, a Locarno (coro di Santa Maria in Selva), a Palagnedra e a Verscio, cioè nelle chiese matrici delle Centovalli (San Michele di Palagnedra) e San Fedele (Pedemonte).

La presenza degli artisti a Locarno è accertata dalla pergamena del 17 febbraio 1511, dove si legge: "JohantoniusfiliusmagistriAntonijpinctorishabitatorlocarni". Questo Giovan Antonio figura fra i testimoni che assistettero il notaio Giovanni Antonio di Bartolomeo Ferrari di Locarno nella stesura del contratto che il nobile Antonello Orelli di Locarno e Giovandonato fu Martino Baldironibus di Milano, che avevano in affitto da Pedemonte per nove anni e per 200 lire terzole il bosco del Faèd, stipularono con un tal Agostino di Pietro de Baddis di Locarno associandolo mediante un contributo di 40 lire imperiali, oltre alla rispettiva parte di affitto.

Rileggere i regesti delle pergamene stilati da don Meneghelli è un tuffo nel remoto passato delle nostre Terre che, in chi ha la passione per le cose antiche, suscita emozioni particolari. Infatti, si rivivono quelle che furono le preoccupazioni, le difficoltà, difficilmente le soddisfazioni, di una gente contadina legata visceralmente alla terra, della quale non poteva fare a meno, poiché da essa traeva il sostentamento: era insomma fonte primaria di vita.

 

Peccato che quanto pubblicato nel BSSI sia solo il regesto dell'intero corpo pergamenaceo pedemontese, quindi unicamente il riassunto delle parti importanti e non l'intero contenuto dei documenti, che certamente nascondono ulteriori informazioni sull'organizzazione politica, sullo sfruttamento del territorio, sulla vita comunitaria e privata della gente dei nostri villaggi dal XIII al XVI secolo.

 

 

Oggi, le antiche pergamene sono state ritrovate e sono a disposizione di chi vorrà studiarle e approfondirne il contenuto.

Mancano solo gli Statuti del 1473, adottati dal Comune di Pedemonte dopo che i vicini di Tegna ottennero l’autonomia (1464).

Non è da escludere che, nell’ambito del riordino degli archivi storici, voluto dal Municipio del Comune di Terre di Pedemonte e dal Patriziato Generale delle Terre di Pedemonte e Auressio, essi possano ricomparire fra i numerosi documenti, che vi giacciono, senza che nessuno, da decenni, vi ponga mano.

D’altronde, anche gli Statuti dell’antico Comune di Pedemonte, che comprendeva le comunità di Tegna, Verscio, Cavigliano e Auressio non sono più reperibili.

 

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Il contenuto di questo patrimonio pergamenaceo costituisce una miniera di informazioni per ricostruire la storia e le usanze del nostro Comune.

Mentre gli articoli degli Statuti sono per lo più una lunga lista di divieti e di sanzioni in caso di trasgressione e dovevano servire al buon funzionamento delle istituzioni e della vita comunitaria, le pergamene completano con notizie e dovizia di particolari il quadro della situazione socio-economica nella quale vivevano i Pedemontesi di allora.

 

I contenuti delle pergamene, oltre ai motivi, non particolarmente espliciti, che portarono Tegna all’autonomia comunale, riguardano varie tematiche.

Vi sono menzionati, ad esempio, liti e arbitramenti riguardanti i confini.

A questo proposito, i rapporti con i Comuni vicini non erano sempre tranquilli e le pergamene lo attestano. Sono citate sentenze arbitrali per ristabilire l'ordine e il rispetto delle norme fra il Comune di Pedemonte e l'Onsernone, le Centovalli (meglio Golino, Intragna e Verdasio) e Losone.

 

Un altro tema, cui si accenna, è costituito dalla compravendita o la locazione di diritti di decima fra il Comune e privati. Alcuni di questi diritti erano di origine imperiale, altri feudali o episcopali e consistevano. di solito, nella consegna di una determinata quantità di "mistura" - un miscuglio di segale e panico o segale e miglio)- oppure di altri prodotti agricoli quali frumento, segale, miglio, panico, legumi, rape, canapa, lino, vino, castagne e animali di piccola taglia.

 

Per chi si occupa di onomastica e toponomastica, le pergamene sono una fonte importante di notizie. Numerosi, infatti, sono i nomi di famiglie, talune ancora esistenti, altre scomparse o dimenticate. In questo ambito non sempre è facile muoversi, poiché siamo in un’epoca in cui i cognomi non esistevano ancora e quindi è arduo scoprire affinità con le parentele del giorno d'oggi.

Interessante è vedere come i nomi delle persone citate siano essenzialmente maschili. Quello di donne compare in pochi documenti, in un contratto di matrimonio del 1473, un testamento del 1524, un'investitura del 1531 e nell'assegnazione di una dote nel 1557.

 

Anche dal punto di vista toponomastico le pergamene rivestono una notevole importanza; ci riferiscono di luoghi e siti, il cui nome oggi esiste ancora oppure è stato dimenticato o non è più riconoscibile.

Il nome stesso delle Terre appare scritto in svariate forme: Tegnia, Tenia, VarzioVarsio, Verzio, Versio,Cavilliano, Oressio.

Le riunioni dell'assemblea avvenivano per lo più in "platea sanctifidelis de Pedemonte", cioè sul sagrato retrostante l’antica chiesa.

Don Meneghelli, nel 1910, affermava che la tavola di pietra che "serviva per gli atti pubblici fu levata da pochi anni ed è nel cortile della casa parrocchiale".

 

Ogni documento fu rogato e contrassegnato da un notaio per cui le nostre pergamene diventano pure una fonte preziosa per conoscere quali fossero i membri di questa categoria di professionisti, che operavano sul nostro territorio e che, per secoli, rivestì notevole importanza in tutto il Ticino, definito "Paese litigioso" dagli storici.

Un certo qual interesse lo hanno pure i tabellionati, ossia i contrassegni che i notai apponevano accanto alla sottoscrizione degli atti, per garantirne l'autenticità.

 

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Chi desidera approfondire la storia dell’antico Comune di Pedemonte, il suo evolversi nel tempo sino al XIX secolo, leggere per intero gli Statuti del 1473, confrontati con gli Ordini comunali successivi, conoscere i regesti delle pergamene e di conseguenza la toponomastica e l’onomastica dei villaggi di Tegna, Verscio, Cavigliano e Auressio può consultare la bibliografia che segue e in modo particolare il volume Vita e usanze nelle Terre di Pedemonte, tra il XIII ed il XIX secolo secondo gli antichi statuti e ordini comunali.

 

 

 Testo redatto dal signor Mario De Rossa

BIBLIOGRAFIA

 

- Don Pio Meneghelli, Per la storia dell’antico Comune di Pedemonte, in BSSI

1909-1911.

- mdr, Note di storia medievale pedemontese ricavate dalle antiche pergamene.

1. Le pergamene di Tegna, in Treterre n. 27, Autunno 1996.

 

- mdr, Note di storia medievale pedemontese ricavate dalle antiche pergamene.

2. Gli Statuti dell’antico Comune di Pedemonte del 1473, in Treterre n. 37,

Autunno-Inverno 2001.

 

- mdr, Note di storia medievale pedemontese ricavate dalle antiche pergamene.

3. Le pergamene del Comune Maggiore, in Treterre n. 42, Primavera-Estate 2004.

 

- mdr, Itinerario storico e artistico nelle chiese del Pedemonte: La “Chiesina” di Verscio, in Treterre n. 8, Primavera 1987.

 

- Vita e usanze nelle Terre di Pedemonte, tra il XIII ed il XIX secolo secondo gli antichi statuti e ordini comunali, a cura di G. P. Milani, M. G. Tognetti, M. De Rossa, O. Hirt, R. Carazzetti, Tipografia Bassi, Locarno 2013.

 

-Elfi Rüsch, I monumenti d’arte e di storia del Canton Ticino. Distretto di Locarno IV. La Verzasca, il Pedemonte, le Centovalli e l’Onsernone. Società di storia dell’Arte in Svizzera, Berna 2013.

La Cena

Il bacio di Giuda

Affresco volta

Ascensione

San Lucio

Santo Graal